Il ristorante del gruppo Okasan, in zona prati.

Sono molteplici gli indirizzi nella Capitale che celebrano la cucina cinese, uno di questi è Song.

Elegante ristorante nel quartiere Prati inaugurato a maggio del 2021, di proprietà del Gruppo Okasan (già titolari a Roma di Okasan, Otosan, Hiromi cake e Hiromi La Maison), Song celebra una delle specialità della cucina di Hong Kong: i dim sum.

Song in menu ne ha ben 26 varianti che spaziano dalla carne al pesce fino alle verdure; per i più curiosi invece si può optare per il menu degustazione, un percorso di 7 portate servite una alla volta e nell’ordine corretto di sapore.
Un’esperienza autentica, resa possibile grazie alla visione del Gruppo Okasan che per questa insegna non ha lasciato nulla al caso: a dirigere la cucina troviamo infatti Chu Ling San, chef cinese nella squadra di Song sin dall’apertura, così come Francesco Pietro Chiarillo, maître giovane e appassionato, che in questi quattro anni ha avuto l’opportunità di crescere insieme al ristorante e creare una carta vini all’altezza della filosofia culinaria dell’insegna, con oltre 50 etichette disponibili che raccontano gran parte della viticoltura italiana.

La prima portata è una specialità dello chef: gli Xiao long bao, ossia ravioli cotti al vapore e ripieni di brodo e carne di maiale. Trenta pieghe fatte a mano per ogni pezzo, da mangiare in un unico boccone per apprezzarne al meglio ogni sua sfumatura. Si prosegue con i Capesante mood, sempre cotti al vapore ma al sapore di capesante, gamberi e lime, molto classici, mentre sono decisamente intriganti i dim sum rettangolari la cui pasta – che si compone solamente di acqua e farina di riso – viene lavorata con un estratto di barbabietola naturale che cela un interno di gamberi avvolti in un velo croccante. C’è spazio anche per la bellezza estetica e la stagionalità dei ravioli al tartufo e al fungo della Cina, la cui particolarità è nella pasta trasparente composta da un 70% farina di riso e da un 30% farina di grano, dal gusto elegante e decisamente invernale.

Lo chef si fa apprezzare anche per le altre preparazioni tipicamente cinesi, come i Noodles con gamberi e capesante, soia agrodolce, lime, germogli di barbabietola e piselli, o la Spigola cotta al vapore ai profumi di Canton. Il pesce viene poi terminato di fronte ai commensali con un olio bollente scaldato al momento in un elegante fornello di rame, prima di essere servito a tavola con zenzero, cipollotto fresco e una salsa alla soia e al sesamo.

Si conclude in grande stile con la celebre Anatra alla pechinese, una preparazione che richiede 36 ore di lavorazione. In principio viene marinata, e dopo essere asciugata, laccata con il miele e cotta al forno, mentre all’interno viene farcita con spezia, cannella, anice stellato, garofano e semi di finocchio, con un topping di porro in tempura. A tavola viene servita con crespelle, julienne di verdure e composta di prugne. Solo questo piatto fa intuire la precisione, l’attenzione ai dettagli e la cura con cui lo chef si applica per ogni portata del menu

Anche il dessert colpisce per gusto e rigore, una mousse allo yuzu con glassa di lamponi, crema di frutti rossi e completata con un savoiardo al tè matcha.

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Via Valadier 14

info@songdimsum.it

Di Leonardo Samarelli

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