Scopri la nostra selezione degli orange wine più interessanti per una cena speciale.
San Valentino è la serata ideale per concedersi una cena speciale, e la scelta del vino giusto fa la differenza.
Se cercate qualcosa di sorprendente, lasciatevi conquistare dagli orange wine: intensi, complessi e affascinanti.
Gli orange wine – o vini bianchi macerati – si confermano il trend anche quest’anno, non solo nei locali più hipster di Londra o Parigi, ma anche sulle tavole italiane.
Ciò che li rende così speciali è la macerazione. Il mosto ricavato da uve bianche viene lasciato a contatto con le bucce per periodi variabili, che possono andare da poche ore a diversi mesi. È qui che si gioca la magia. Brevi macerazioni regalano un colore dorato brillante e aromi freschi, mentre periodi più lunghi trasformano il vino in un arancione intenso, quasi tannico, con una consistenza al palato che sorprende anche i bevitori più esperti.
Oggi abbiamo selezionato per voi alcuni degli orange wine più interessanti per una cena speciale:

Ribolla Gialla ’20 Paraschos: La Ribolla Gialla ’20 dell’azienda vitivinicola Paraschos ha il colore dell’ambra e regala sensazioni di malto d’orzo, cera d’api, pesca sciroppata, confettura di albicocche, frutta secca e mela cotta con cannella. Al palato denuncia struttura e freschezza e non nasconde i tannini. Evangelos Paraschos, amante della natura e della vita all’aria aperta, vive ed opera a San Floriano del Collio. La sua vinificazione prevede la macerazione anche delle uve bianche per più giorni con le bucce in tini aperti di rovere di Slavonia o in anfore di terracotta greca, la sua terra natia, senza il controllo della temperatura e senza l’inoculo di lieviti selezionati. Pratiche ancestrali avallate da fonti bibliografiche del XVIII secolo che attestano che nel Collio e nella vicina valle del Vipacco i vini si facevano così.
Collio Friulano Miklus 2019 – Draga – Miklus: Splendido il Friulano Miklus ’19, che ricorda la confettura di mela cotogna, la banana matura e il miele. Nel 1982 Milan Miklus assunse l’onere della gestione dell’azienda di famiglia, che possedeva un solo un ettaro vitato. Provvide alla riconversione dei rimanenti terreni impiantando vigneti e, dieci anni dopo, iniziò ad imbottigliare i suoi vini. Il testimone ora è stato raccolto dal figlio Mitja, che dispone di un patrimonio vitivinicolo di tutto rispetto. Sia in vigna che in cantina padre e figlio adottano metodi in parte moderni e in parte ancestrali, sempre rispettosi del territorio e improntati alla sostenibilità.
Collio Friulano Athena 2020 – Picéch: Il Friulano Athena ’20 dell’azienda vinicola Picéch ha il colore dell’oro zecchino ed un intenso profumo di mandarino, confettura di albicocche e miele. Al palato è succoso, fragrante e ricco di sapore. Roberto Picéch è un’icona per il territorio del Collio, un vero artigiano del vino, un indiscusso protagonista. Figlio di Egidio, detto “il ribel”, ha ereditato i vigneti ma anche un carattere schietto e caparbio che gli permette di imprimere ai suoi vini un’identità personale. Rispettoso della tradizione ma anche innovatore, ha saputo personalizzare il suo stile di vinificazione che prevede macerazioni a volte prolungate, al fine di estrarre il maggior numero possibile di componenti aromatiche.

Vitovska 6/7 Ris. 2021 – Skerlj: Il naso esplode nella frutta a polpa bianca e gialla, gli agrumi, poi il miele, spezie gentili e note balsamiche in questo vino macerato dell’azienda vinicola Skerlj. Il sorso è slanciato, invita ad una beva complessa ma piacevolmente disinvolta. Spinta sapida preponderante (cambia). Matej e Kristina Skerlj sono i titolari di questa vera perla del Carso triestino. Le ridotte dimensioni aziendali permettono a Matej di curare le viti con meticolosità certosina. Le lavorazioni vengono eseguite a mano e nella vinificazione sono adottate antiche tecniche ancestrali.
Romagna Albana Vitalba 2023 – Tre Monti: Favolosa l’Albana Vitalba ’23 di cantina Tre Monti, dorata e profumata di fiori, ricca e dinamica nel sorso. L’avventura di questa azienda inizia nel 1966, quando Thea e Sergio Navacchia acquistano un podere per fare il vino per gli amici. Poi però cominciano a credere nel potenziale ancora inespresso del territorio imolese e nel 1974 nasce Tre Monti: impianti fitti, sperimentazione con vitigni non tradizionali, innovazione in vigna e in cantina. Dal 1989, scomparsa mamma Thea, Sergio è stato affiancato dai figli David e Vittorio, sperimentando anche la vinificazione in anfora.

Zagreo 2022 – I Cacciagalli: Lo Zagreo ’22, da fiano in purezza, è vino intenso e dotato di gran carattere, che matura 11 mesi in anfora. Pepe bianco, zenzero candito, agrumi verdi, foglie di tè, polline compongono lo spettro aromatico di un bianco macerato tattile e reattivo, materico e tuttavia spigliato nella beva, ritmato e accattivante. L’azienda di Diana Iannaccone e Mario Basco è ospitata in una stupenda masseria del ‘700, in una delle zone più fascinose del Casertano, Teano, territorio incontaminato e ricco di una natura lussureggiante. Il vulcano spento di Roccamonfina contribuisce a caratterizzare fortemente i suoli su cui insistono i vigneti, poco più di dieci ettari, coltivati seguendo i principi della viticoltura biodinamica. Cemento e anfore, fermentazioni con lieviti indigeni e macerazioni, anche sui bianchi, sono gli strumenti del mestiere e le tecniche adoperate per creare una gamma estremamente originale.
Benvenuto Zibibbo Orange 2023 – Cantine Benvenuto: Il Benvenuto Zibibbo Orange ’23 di Cantine Benvenuto ha un naso raffinato e complesso nei toni di frutta esotica ed erbe mediterranee, che ritroviamo in un sorso ben spinto dall’acidità (che conquista a lungo il palato). In pochi anni Giovanni Benvenuto ha trasformato i terreni di famiglia in un’azienda vitivinicola che produce vini originali e ben fatti da uve autoctone, coltivate in regime biologico, accendendo peraltro i riflettori su un vitigno-reliquia quale lo zibibbo di Pizzo. La cantina e i vigneti che la circondano si trovano in zona collinare, intorno ai 300 metri di quota nell’agro di Francavilla Angitola, nell’entroterra Vibonese. Qui, oltre allo zibibbo, Giovanni coltiva anche malvasia, greco nero e magliocco.
Siriki Orange 2017 – Cantina dei Principi di Spadafora: Ottimo lo Siriki Orange ’17, che si distingue già per il suo colore dorato brillante tendente all’aranciato; all’olfatto spiccano profumi complessi, dalla resina alla buccia d’agrumi secchi, dal tè allo zenzero e all’albicocca disidratata; in bocca ritorna tutto in una polpa piacevole e sapida con un finale pulito e persistente. Come in una favola, c’è un posto magico, una tenuta di campagna tra Monreale e Alcamo, e c’è un principe, Francesco Spadafora. Oggi la sua idea di fare vino in un luogo incontaminato e unico, come quello che da sempre appartiene alla famiglia, è condiviso con la figlia Enrica, che ha dato un tocco femminile a questa realtà fatta di passione, sogni e soprattutto impegno e dedizione. Ragguardevole la selezione delle uve per far sì che il prodotto finale sia più che rappresentativo del territorio.
Krimiso 2019 – Aldo Viola: Eccellente il Krimiso’19, un vino mediterraneo piacevolmente salino a base di uve catarratto, macerato sulle bucce per circa 5 mesi in vasche d’acciaio; il profilo olfattivo rivela sentori di agrumi, frutta gialla ed erbe aromatiche, in bocca è sapido e minerale, con delicati tannini in chiusura. Aldo Viola è la rappresentazione della frase “un uomo, un vino”, perché ha avuto la caparbietà di spingersi oltre, di sperimentare vini che potessero davvero dire chi fosse: lunghe macerazioni, assenza di chiarifiche o stabilizzazioni, uso limitato dell’anidride solforosa sono segni tangibili del suo fare. Le vigne, di proprietà, si trovano in area Feudo Guarini, ad Alcamo, nel Trapanese. Determinante, quasi una fede monoteista, la sua passione per il catarratto, con risultati di pregio anche con syrah e perricone.
Di Carlotta Bernardini
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