Il nuovo menu di Glass Hostaria.

Poco meno di 20 anni fa, tra il bottegaio di quartiere e la piazza gremita della movida notturna, prendeva piede un’insegna destinata a cambiare il passo del viavai rionale, ampliando le vedute dell’Urbe turistica-o meglio, la percezione degli stessi locali. Glass Hostaria era l’epicentro di un mutamento, il turbine in seno all’abitudine; quasi una breccia di futuro nell’immobilismo del tempo. Eppure, la sua scossa gentile diede slancio al posto più impensato per veder crescere un gourmet.

Cristina Bowerman vi entrò col bagaglio multiplo di una che nella vita non ha solo spadellato -anzi. Studi in Giurisprudenza, gavetta intensiva da graphic designer e poi sì, tanta ristorazione, però in giro per gli States, partendo da una coffee house e portando a casa un altro prezioso diploma, stavolta in Culinary Arts.

Pugliese all’anagrafe e passaporto alla mano, Cristina migra da Austin a San Francisco, piantando infine bandiera nella Capitale. Ed è allora che, dopo un passaggio breve ma intenso dai fratelli Troiani, ridisegna la mappa gastrofisica trasteverina -proprio lì, fra quei vicoli impregnati di inossidabile veracità.

Dunque, presto fioccano prenotazioni da parte di una platea decisamente patchwork: oltre al palato noto, c’è il romano allergico al tasting e convertito nello spazio di una sera; c’è il buongustaio bramante in viaggio, c’è la famiglia che si concede una cena pro. Cos’è Glass oggi? Non una tavola patinata, né un’ambizione adagiata sul piedistallo di forchette e macaron. È un login nell’area protetta dell’alta cucina con chiave di lettura all inclusive. La conferma -fra tante acrobazie creative ripiegate su se stesse- che modernizzare non vuol dire allontanare: la modernità è di chi sa condividere.

Oggi al pari di ieri, Cristina sul menu firma un doppio patto di coerenza: radici presenti all’appello e valigie pronte al decollo. Così, il suo percorso al buio è un almanacco di viaggio dalla grafia sottile, ma intimamente familiare; non un Codice da Vinci, ma un Bignami delle cucine oltreconfine.

CONTATTI

Vicolo del Cinque, 58, 00153 Roma RM
06 5833 5903

Di Carlotta Bernardini

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